venerdì 27 gennaio 2017

Auschwitz, Guccini, il dovere della Memoria

Francesco Guccini ha partecipato a un documentario intitolato "Son morto ch'ero bambino", dai versi di una delle prime canzoni che scrisse, nel 1966, rimasta nell'immaginario collettivo. 
E' andato ad Auschwitz con gli studenti di una seconda media di Gaggio Montano e il Vescovo di Bologna, e tra l'altro è anche caduto e si è fatto male alquanto: purtroppo non ci vede quasi più.
Dal viaggio, si evince dal documentario, emerge un'esigenza: la necessità ineludibile di coltivare la memoria perché ciò che è accaduto non possa ripetersi: "La canzone "Auschwitz"
 purtroppo dobbiamo cantarla ancora".
Mi piace, al termine della Giornata della Memoria, ripubblicarne qui il testo. 

Auschwitz 

Son morto ch’ero bambino
son morto con altri cento
passato per il camino
e adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz c’era la neve
il fumo saliva lento
nel freddo giorno d’inverno
e adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz tante persone
ma un solo grande silenzio
che strano non ho imparato
a sorridere qui nel vento.

Io chiedo come può l’uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento.

Ancora tuona il cannone
ancora non è contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento.

Io chiedo quando sarà
che l’uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà.

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