venerdì 25 marzo 2016

Il Venerdì Santo, la Pasqua, gli auguri

Cara Gente Mia, sono lontana per lavoro in questi giorni, lontanissima, all'Havana. 
Qui è ora di cena, lì da noi è notte. Mi è venuto un fulmine di ricordo. Da adolescente facevo la Maria velata, alla processione del Venerdì Santo. Portavo orgogliosa la mia croce per le strade del Paese, con il velo bianco sul volto.
Chi poteva immaginare che avrei portato tante altre croci.
Da adolescenti il futuro sembra bello, da grandi sembra sempre più provvisorio. Adesso non parliamone.
Povera Europa, sta passando un momento terribile. In America c'è tutta un'altra aria, e anche a Cuba. Hanno ridipinto tutto per la visita di Obama, la città è piena di case coloratissime, mi viene in mente oltre la processione anche il nostro povero Centro Storico, è tutto il giorno che girando in auto penso al Centro Storico di Crescentino. 
Auguro a tutti un futuro serenissimo e fin da stasera, sotto un lunone grosso così, vi auguro soprattutto Buona Pasqua con tutto il cuore
Marinella 

venerdì 18 marzo 2016

La maratonina dei Papà del 19 marzo (e la grande Nicoletta)

(mannaggia perdo i colpi, avevo scritto "maratonetina". ahi ahi ahi, scusate)

Il 19 marzo si tiene, come ognuno ormai sa, la "maratonina del cuore" in occasione della Festa del Papà, a cura della Lilt, nella quale Nicoletta Ravarino (una delle rare belle amicizie del mio ultimo mandato di sindaca) affianca la zia Vanna Fasciola in iniziative che sono difficili spesso da realizzare, nel nostro piccolo angolo di mondo. 
La maratonina, con quel diminutivo che già è una differenza, si tiene alle 14,30 con ritrovo presso il Parco Rita Levi Montalcini. Durerà un'oretta, sarà conclusa dal ritorno nello stesso parco per una gara di spremuta d'arance a coppie (padre e figlio/a), nello spazio antistante la sede degli Alpini. Due idee originali in un solo botto.
E Nicoletta era molto dispiaciuta che sul bel manifesto con un girotondo di bimbi di tutti i colori, fosse uscita la scritta "Parco Rita Levi Montalcino". Sono cose che succedono, bisogna sempre rileggere 60 volte e neanche quelle a volte bastano. Ma noi lo sappiamo che lei, Nicoletta, sa benissimo che non è Montalcino ma è la Montalcini, il premio Nobel, quella nobile vecchietta torinese morta a 100 anni passati, che era forte come una quercia. 
Il nome, al Parco, lo ha dato lei, Nicoletta. Una gran donna, credetemi, pure lei. 
Buona festa del Papà a tutti, e correte adagio eh...
Marinella 

Bersani, la sinistra PD e le mosse per uscire dalle secche del rapporto con Renzi






17/03/2016
Se incontri Pier Luigi Bersani e gli chiedi cosa pensa di un’eventuale scissione della sua minoranza dal Pd di Renzi, l’ex segretario insiste nel dire «che noi dobbiamo restare lì, quel Partito è il mio Partito. Certo - aggiunge scherzando ma non troppo - se quelli lì prendono il mitra allora ci toccherà andare in montagna. Altro che scissione...».  

Il richiamo alla Resistenza per quanto sia una battuta, spiega meglio di qualsiasi analisi politica a che punto siano arrivati i rapporti tra la sinistra del Pd e «quelli lì» come li chiama Bersani. Ovvero il gruppo dirigente del Partito, ovvero il cosiddetto Giglio magico, ovvero Matteo Renzi. Rapporti ormai ridotti al lumicino come si evince leggendo i giornali, guardando le televisioni (l’altra sera intervistato a «Di martedì» l’ex leader del Pd si tratteneva a stento quando Giovanni Floris lo provocava su Renzi), o ascoltando gli interventi pubblici dei vari protagonisti del dibattito, vedi il premier alla scuola di formazione politica per i giovani quando ha accusato l’ex gruppo dirigente di aver ucciso l’Ulivo. E questa è un’accusa che Bersani proprio non manda giù, infatti se qualcuno gliela ricorda la sua espressione normalmente serena diventa rabbiosa. 

In ogni caso per i mesi a seguire appare improbabile che la sinistra del Pd abbandoni il Partito, si avvicinano le amministrative e dopo l’estate arriva il referendum sulla riforma del Senato. Ecco, il referendum: che farà Bersani, come voterà? «Abbiamo votato sì in Parlamento e quindi voteremo sì. A condizione però che vengano accolte alcune nostre richieste, per esempio che la Corte Costituzionale non possa essere eletta da un solo partito. E poi che venga varata prima del referendum la legge elettorale sui cosiddetti senatori regionali. Noi abbiamo presentato una proposta, vogliamo che vengano scelti direttamente dai cittadini». 

E queste due condizioni, chiamiamole tecniche, basterebbero per mettervi in linea con Renzi? «Beh - risponde Bersani - è chiaro che esistono problemi di natura strettamente politica. Noi pretendiamo che da qui al referendum si chiarisca la gestione di questa vicenda. Mi spiego: non vogliamo che sia un plebiscito, pro o contro Renzi. E come ha proposto Gianni Cuperlo in un suo documento, pensiamo che chi vota no abbia completa legittimità a restare nel Pd, su questo pretendiamo un chiarimento politico. E inoltre non vogliamo che il referendum diventi un viatico per una nuova maggioranza politica con Alfano e Verdini. Per noi sarebbe inaccettabile».  

Nella sua recente intervista ad Aldo Cazzullo sul «Corriere della sera» Massimo D’Alema ha usato toni e contenuti più radicali di lei. «Con D’Alema siamo d’accordo nell’analisi, ma io non voglio rinunciare all’idea che il Pd sia il centrosinistra italiano. Insomma non lo voglio regalare a Renzi». Ma intanto Renzi sta lì e comanda lui. «Bisogna vedere fino a quando, io non credo che funzionerà a lungo. Né per l’italia e neanche sul piano politico. Finché la destra non si riorganizza, per Renzi è facile sostituire i voti che perde a sinistra con quelli degli (ex) avversari. Ma una volta che quelli si rimettono insieme allora il quadro cambia». Nel frattempo, voi che fate: restare alla finestra? «Macché. Noi dobbiamo organizzarci meglio e darci libertà di movimento. Dobbiamo combattere e poi vedremo che succede. È evidente che da soli non riusciremo a ribaltare la situazione, ma intanto dobbiamo esserci e alzare la voce». 

Fuori dal recinto dei democratici qualcosa si muove, alcuni suoi ex compagni sono impegnati con Sel nella gestazione di un nuovo partito di sinistra: interessa l’oggetto? «Con alcuni di loro siamo d’accordo sull’idea del centrosinistra di stampo ulivista, ma altri invece pensano che il Pd sia ormai perduto. Ma senza il Pd dove cavolo andiamo?». C’è anche chi come Franco Monaco, ulivista doc, propone di separarsi da Renzi per poi eventualmente allearsi alle elezioni... «Lo so lo so, ma io gli ho risposto che se due divorziano è improbabile che il giorno dopo vadano a letto insieme». 

Licenza Creative Commons 
Alcuni diritti riservati.

domenica 13 marzo 2016

Il PD alla resa dei conti, Renzi contro Bersani/D'Alema e viceversa

"La politica è un processo di ricostruzione e di sintesi verso nuovi orizzonti", ha detto Vasco Errani in una delle tante frettolose (ma qui ha detto una cosa molto seria...) interviste ai TG. 
In questi giorni il PD è un magma, una pentola di fagioli che bolle, lasciando le persone comuni che alla formazione fanno (o facevano) riferimento, in una situazione di smarrimento. 
Nessuna sorpresa, chi abbia anche solamente seguito da questo blog i fatti che si susseguono, immaginava che il redde rationem sarebbe arrivato presto. 
In realtà ha ragione Vasco Errani, e finché né Renzi né Bersani/D'Alema decideranno di sedersi a un tavolo e avviare questo processo di ricostruzione e sintesi, non esisteranno che macerie della memoria, trame e minacce, progetti di scissione.
Qui sotto, una ricostruzione dell'Agenzia Ansa con l'intervista a Bersani, nel montaggio grafico di Dagospia. com, dalla scuola di formazione politica dei Dem a Perugia. 




"Sì, lo ammetto, mi sono arrabbiato molto, se mi toccano l'Ulivo... Se al corso di formazione politica vai a dire che la sinistra ha distrutto l'Ulivo, che abbiamo aiutato Berlusconi...

Ricordo che il centrosinistra ha battuto tre volte Silvio Berlusconi e che, pochi o tanti voti che io abbia preso, Renzi sta comodamente governando con i voti che ho preso io. Non io Bersani, io centrosinistra". Lo dice Pier Luigi Bersani, al suo arrivo all'ultima giornata della kermesse di Sinistra riformista.

"Io assieme ad altri stiamo cercando di tenere dentro il Pd della gente che non è molto convinta di starci. A volte si ha l'impressione invece che il segretario voglia cacciarli fuori: il segretario deve fare la sintesi non deve insultare un pezzo di partito".
IL SALUTO TRA RENZI E BERSANIIL SALUTO TRA RENZI E BERSANI 

E a parlare è anche l'ex capogruppo, Roberto Speranza che avverte: "I nostri militanti ci chiedono se restiamo nel Pd. No, non restiamo dentro il Partito democratico: noi siamo il Pd. E senza di noi, senza questa cultura politica, senza queste storie e passioni, il Pd non c'è più, non esiste più se non c'è questo pezzo".

Orfini, niente fango - "Credo che Bersani, D'Alema, Speranza, Cuperlo abbiano molto da dire e da dare al Pd. Quello che stanno facendo a Perugia sicuramente è un momento di discussione importante.
RENZI MANGIA CON BERSANIRENZI MANGIA CON BERSANI

Però da presidente del Pd voglio dire che non consentirò a nessuno, né dentro né fuori al Pd, di infangare la nostra comunità". Così il presidente del Pd Matteo Orfini intervenendo a 'Classe democratica', la scuola di formazione politica dei dem.
ORFINI RENZIORFINI RENZISPERANZASPERANZA