giovedì 31 dicembre 2015

Buon 2016 a tutti

Avevo una zia (magna Tinin...) che era nata il 29 febbraio. Questo 2016 è bisestile, e avrebbe potuto festeggiarlo, se avesse resistito fino ai 115 anni.
Chissà se quelli che compiono gli anni il 29 febbraio invecchiano di meno...
Pensieri a caso (e anche un po' stupidi per alleggerire) con un anno in più che ci lasciamo alle spalle, così duro, difficile in tutto il mondo. Così spaventoso per certi versi, con il terrore che si è sparso come una polvere mefitica ai quattro angoli del pianeta.
Vi auguro di non perdere mai la fiducia, né la pazienza. Due cose che noi Crescentinesi abbiamo poco. Ma bisogna coltivarle (io per prima)
Buon Anno a tutti, con il corazon
Marinella 

giovedì 24 dicembre 2015

Buon Natale a Crescentino


Tanti auguri a tutti i Crescentinesi che passano di qui, con una fantasiosa poesia del grande Gianni Rodari
Marinella 

Il pianeta degli alberi di Natale
Dove sono i bambini che non hanno 
l'albero di Natale 
con la neve d'argento, i lumini 
e i frutti di cioccolata? 
presto, presto adunata, si va 
sul Pianeta degli alberi di natale, 
io so dove sta. Che strano, beato Pianeta… 
Qui è Natale ogni giorno. 
Ma guardatevi attorno: 
gli alberi della foresta, 
illuminati a festa, 
sono carichi di doni. 
Crescono sulle siepi i panettoni, 
i platani del viale 
sono platani di Natale. 
Perfino l'ortica, 
non punge mica, 
ma tiene su ogni foglia 
un campanello d'argento 
che si dondola al vento. 
In piazza c'e' il mercato dei balocchi. 
Un mercato coi fiocchi, 
ad ogni banco lasceresti gli occhi. 
E non si paga niente, tutto gratis. 
Osservi, scegli, prendi e te ne vai. 
Anzi, anzi, il padrone 
Ti fa l'inchino e dice:"Grazie assai, 
torni ancora domani, per favore: 
per me sarà un onore…" Che belle le vetrine senza vetri! 
Senza vetri, s'intende, 
così ciascuno prende 
quello che più gli piace: e non si passa 
mica alla cassa, perché 
la cassa non c'è. Un bel Pianeta davvero 
Anche se qualcuno insiste 
A dire che non esiste… 
Ebbene, se non esiste, esisterà: 
che differenza fa?

sabato 19 dicembre 2015

Il cardinale Bertone, il suo attico, la donazione al Bambino Gesù e i Vescovi di Vercelli...








. BERTONE FA DONAZIONE A OSPEDALE, FITTIPALDI: "E' AMMISSIONE DI COLPA"

Argomento scottante, quello dell'attico del cardinale Bertone di 300 m quadri mentre il Papa se ne sta in una stanzetta a Santa Marta. Vedrete finalmente qui sotto l'attico, entrato ormai nell'immaginario collettivo come il famoso appartamento di Scajola, il pagamento del quale era avvenuto "a sua insaputa". 
Il recente annuncio della donazione di 150 mila euro da parte del cardinale all'ospedale pediatrico Bambin Gesù sta buttando benzina sul fuoco, come leggerete, ripreso da Dagospia, su questo articolo di Repubblica online. 
Ma prima, una notazione. Da queste parti forse abbiamo dimenticato che il cardinale Bertone, originario di Romano Canavese, è stato Vescovo di Vercelli. Me lo ricordo bene io, era durante il mio primo mandato, e venne al Santuario per una cerimonia, alla quale naturalmente partecipai munita di fascia. Un uomo cordiale, e sorridente, stretta di mano molto energica e amicale quando il Parroco Don Luigi (che sant'uomo, ve lo ricordate?) mi chiamò a sé per presentarmelo. 
Aveva cominciato qui il suo cursus honorum che lo avrebbe portato in Vaticano su decisione di Giovanni Paolo II, di cui fu stretto collaboratore così come di Ratzinger, il Papa ora a riposo, che lo aveva nominato cardinale e poi Segretario di Stato nel 2007. Nel 2014, Papa Francesco gli ha dato il benservito. 
Tra l'altro, il secondo Vescovo di Vercelli che ho conosciuto (si fa per dire) è stato Masseroni, sempre al Santuario, in occasione della posa della prima pietra del nuovo Oratorio (a proposito: come vanno i lavori?), con Santa Messa. Anche lì mi precipitai dotata di fascia tricolore com'era ovvio, ma il probo Masseroni non mi degnò di uno sguardo, prima durante e dopo la cerimonia. Avrà pensato: "Chi è quella matta con 'sta fascia addosso?". Vabbé, spero sia andata meglio ad altri sindaci. 
E comunque leggete qui sotto che vespaio con la donazione di Bertone...
Cheers 
Marinella 


Il cardinale Tarcisio Bertone donerà 150mila euro all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Secondo le informazioni contenute nel libro "Avarizia" del giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi (ora sotto processo), il suo attico sarebbe stato ristrutturato con i soldi della fondazione dell'ospedale. L'ex segretario di Stato vaticano ha fatto sapere che si ritiene comunque estraneo alla vicenda e che farà la donazione solo per sostenere l'ospedale danneggiato dallo scandalo Vatileaks.
EMILIANO FITTIPALDI AVARIZIAEMILIANO FITTIPALDI AVARIZIA

fotomontaggi su tarcisio bertone by spinozaFOTOMONTAGGI SU TARCISIO BERTONE BY SPINOZA
"Il buon giornalismo - commenta invece Fittipaldi - ha dato dei risultati. Il cardinal Bertone ha sentito la necessità di restituire parte di quei soldi, che ora potranno servire di nuovo alla ricerca contro le malattie dei bambini. Ma la storia dell'attico è solo la punta dell'iceberg del business sugli ospedali vaticani. Ci sono anche spese per feste e un trasporto in elicottero"


2. VATICANO, IL CARDINAL BERTONE RISARCISCE IL "BAMBIN GESÙ" CON 150MILA EUROVATICANO, IL CARDINAL BERTONE RISARCISCE IL "BAMBIN GESÙ" CON 150MILA EURO


Lo fa sapere la presidente della Fondazione, Mariella Enoc, che precisa: l'ex segretario di Stato vaticano, pur considerandosi "estraneo", ha ritenuto un danno i riferimenti nella nuova Vatileaks alla ristrutturazione del suo alloggio con denaro dell'ospedale pediatrico. "E' un atto che gli abbiamo chiesto e che lui ha fatto volentieri"
ATTICO DI BERTONEATTICO DI BERTONE 

"Il cardinale Bertone, riconoscendo che quello che è successo ha costituito un danno per il Bambin Gesù, ha voluto venirci incontro, devolvendo una somma di 150 mila euro". Lo ha fatto sapere il presidente dell'ospedale pediatrico Mariella Enoc, a margine di una visita fatta oggi dal segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, alla struttura. Bertone, ha precisato Enoc, si considera "estraneo e non responsabile", ma ha ritenuto un danno arrecato all'ospedale i numerosi riferimenti che nella nuova Vatileaks sono stati fatti a soldi della Fondazione Bambin Gesù che sarebbero stati utilizzati per fini diversi, tra cui pagare i lavori di ristrutturazione dell'abitazione del cardinale ed ex segretario di Stato vaticano.

Come si legge nel libro Avarizia del giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi sulla base dei documenti riservati giunti in suo possesso e per i quali ora è alla sbarra in Vaticano con il collega Pierluigi Nuzzi, autore a sua volta di Via Crucis, e con i presunti artefici della diffusione illecita delle carte: Francesca Chaouqui e il monsignore spagnolo dell'Opus Dei Lucio Angel Vallejo Balda, che furono componenti della Commissione di studio sulle attività economiche e amministrative, organismo voluto dall'allora neo eletto papa Bergoglio per analizzare la situazione patrimoniale e gestionale della Santa Sede, uno studio preparatorio delle sue riforme.

BERTONE PROFITIBERTONE PROFITI
Fittipaldi, in un passaggio pubblicato anche da Repubblica, scrive: "Ma c'è un'altra spesa della fondazione non pubblicata sul rapporto PwC (PricewaterhouseCoopers, ndr) che rischia di imbarazzare il Papa e il Vaticano. Quella che riguarda il pagamento dei lavori della nuova casa di Bertone a palazzo San Carlo. La fondazione, definita da PwC come 'un veicolo per la raccolta di fondi volti a sostenere l'assistenza, la ricerca e le attività umanitarie del Bambin Gesù' ha saldato le fatture dei lavori per un totale di circa 200mila euro, pagati all'azienda Castelli Real Estate dell'imprenditore Gianantonio Bandera".
CARDINAL BERTONECARDINAL BERTONE

Di fronte all'emergere di simili informazioni, la stessa presidente Enoc, lo scorso novembre, aveva affermato: "Se effettivamente le carte dicono che qualcosa è stato tolto, certamente noi chiederemo tutti i danni, non soltanto quelli economici ma anche i danni morali che l'ospedale ha subito". A distanza di un mese, Enoc spiega:  "Abbiamo risolto la questione che riguardava il cardinale Bertone e il suo appartamento, questa vicenda che ha suscitato così tanto scalpore. E' un atto che gli abbiamo chiesto di fare, ma che lui ha fatto volentieri. Il mio incontro con lui è stato molto sereno. Credo che sia un bel gesto, anche un po' di riconciliazione col passato".

giovedì 17 dicembre 2015

Un altro modo di guardare a Licio Gelli


Tutti avrete seguito nei decenni la parabola di Licio Gelli e i suoi percorsi sghembi e furbastri. Dice Bisignani (un altro che di queste tecniche se ne intende) che andandosene a 96 anni, il re della P2 abbia portato nella tomba i suoi veri segreti. Ma fra le sue caratteristiche palesi, l'ex materassaio ne aveva alcune che vengono messe in rilievo dal Buongiorno di Gramellini sulla Stampa di oggi (lo potete leggere qui sotto). E proprio Gramellini mi fa venire in mente tanti personaggi che incontro ed ho incontrato e che conoscete pure voi, anche al nostro Paesello, senza cultura e con quei pochi talenti che sempre funzionano al mondo, e che a Crescentino come dovunque danno risultati. Anche ottimi. 

Marinella  






SfraGelli d’Italia


newsletter
17/12/2015
Di Licio Gelli ho sempre trovato sconvolgente il divario tra l’enormità della sua influenza e la pochezza della sua cultura. Quando uno immagina il Potere tende a raffigurarsi luoghi inaccessibili solcati da creature eteree e raffinate che decidono le sorti degli altri mettendo intelligenza e competenza al servizio di cinismo e crudeltà. Licio Gelli parlava un italiano da terza elementare, trafficava in affari dozzinali e tesseva trame da operetta in una stanza d’albergo di via Veneto dove riceveva cialtroni e spioni, generali e sensali, complottisti e fancazzisti. Era un trapezista del nulla, capace di saltare con una capriola dal fascismo all’antifascismo e di infilarsi in tutti i posti dove ci fosse odore di chiuso e non per aprire le finestre, ma per abbassare le serrande. Non esiste mistero italiano da cui non spunti la sua faccia di italiano qualunque, più furbo che intelligente. E questo la dice lunga sulla qualità mediocre che da noi hanno persino i misteri.  

Mi sono sempre chiesto come mai il Gotha della politica, dell’amministrazione, del giornalismo e dell’imprenditoria si sia servito o messo al servizio di questo misirizzi di provincia, privo di carisma e capace di mettere insieme un cardinale con un generale, ma non tre frasi di senso compiuto. L’unica risposta possibile è che la nostra classe dirigente di intrallazzoni raccomandati senza spessore vale anche meno di Gelli. Allora come oggi, chi ha talento e passione non ha tempo per tramare e millantare, cioè per acquisire potere. È troppo impegnato a lavorare.  

sabato 12 dicembre 2015

Il caso Massa, Greppi sindaco a vita e i rifugiati

Come sanno tutti, e non ho intenzione di nascondere, voglio bene a Gabriele Massa come una zia vuole bene a un nipote. Lo conosco da quand'era piccolo, sono affezionata da sempre alla sua famiglia e ora anche alla sua bambina, Matilda.

Fine del preambolo. Sul piano politico, anche le pietre sanno che la sua gestione della campagna elettorale (mentre era mio Vicesindaco, tra l'altro) mi ha quando meno mortificata e non vado oltre per carità di patria ma ormai chissenefrega. Fine del preambolo 2. 

Tutto ciò premesso, credo che abbia fatto male a sparire nel nulla dopo il mistero della convocazione non ricevuta, o ricevuta, non si sa, per il Consiglio Comunale. Credo che debba ai suoi elettori numerosi una spiegazione, e il silenzio onestamente non lo capisco e non ne vedo la ragione. Punto, e a capo.

Invece mi diverto molto a leggere Greppi che fa il mattatore sul blog di Mauro Novo. Greppi è mattatore di suo, un bell'esemplare di Leone astrologicamente inteso. In questo mandato folleggia addirittura, forte di un'opposizione debole e divisa, con i miei ex Vice che manco si guardano in faccia (una grande vittoria politica del PD dell'epoca, questa), e il prode consigliere Mosca che è sceso dalle barricate dopo l'eroica tenuta per 5 anni (che gli ha fatto molto onore, anche per l'allure così signorile, e soprattutto gli ha fatto guadagnare tanti voti, abbiamo visto). Il Sindaco è dominus a tutto campo o almeno si sente tale. Sognerà una statua sui flutti della fontana luminosa, rarissima opera che ha dato al suo Paese: nel frattempo, in una risposta a non so quale post nel blog di Novo, arriva a prefigurare un altro mandato come un dato di fatto acquisito. 
Se l'opposizione resta quella, potrebbe anche farne tre o quattro, di mandati, legge permettendo. Non si è ancora vista una contestazione ufficiale, per esempio, al non-modo con il quale questa Giunta ha trattato il tema dei rifugiati. Oggi, in cittadine molto più piccole come Saluggia, e anche molto più a destra di Greppi (non so se sia possibile, in verità) si assiste ad un recupero umano di queste persone - non manipoli, ma poche decine - da parte di associazioni di vario tipo, anche legate ai Comuni. Che il nostro si comporti come fa è una vera vergogna. Oltretutto, nel silenzio generale, e in una città dove le forze più sensibili a queste tematiche hanno preso, congiuntamente, circa 1.700 voti alle ultime amministrative. 


Il caso Boschi, la maretta nel PD, Saviano e Bersani ...


Non si parla d'altro in questi giorni della Leopolda di Renzi. Imbarazzante la questione della Banca D'Etruria di cui il padre della ministra Boschi è stato vicepresidente: una delle quattro salvate dal Governo, come si legge qui sotto nell'esauriente articolo della Repubblica online ripreso da Dagospia.
Il PD fa "quasi" quadrato intorno all'alter ego femminile di Renzi, mentre lo scrittore Roberto Saviano ha acceso le polveri chiedendone le dimissioni, dimenticandosi però di dimettersi da se stesso dopo aver copiato on line più volte mentre scriveva gli ultimi libri.
Qui il riassunto della vicenda, e le posizioni dei partiti, da M5S a SEL, sullo scottante argomento banche. Imbarazzante la vicenda lo è, ma tanto sappiatelo che non succederà niente, dopo tanto parlare.
Marinella



Sarà il ministro per le riforme Costituzionali e per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, a chiudere i lavori della seconda giornata della Leopolda .Ma non si placano le polemiche politiche che l'hanno investita dopo la richiesta di dimissioni giunta da Roberto Saviano per il presunto conflitto di interessi in seguito alla vicenda della Banca Etruria, di cui suo padre è stato vicepresidente, una delle quattro banche 'salvate' dal governo. In molti la difendono a spada tratta.

Il Pd si divide tra chi la difende senza se e senza ma, e chi lo fa ma con qualche distinguo, dando ragione nel merito a Saviano, sostenendo che esagera sulle dimissioni. E chi, invece, chiede al ministro un passo indietro; quasi tutte le opposizioni, tranne la Lega.

M5S, Sel e Fi si schierano con Saviano. "Saviano - dice il Nichi Vendola - ha il merito, o il torto, di chiamare in causa il governo sul conflitto d'interessi. Un ingrediente di retorica renziana fino a quando Renzi non è entrato a Palazzo Chigi. Poi il tema è sparito". Per Annamaria Bernini, Fi, "di fronte a conseguenze così tragiche ed enormi, dovremmo forse accontentarci delle rassicurazioni di Delrio che autocertifica l'assenza di conflitti di interesse del ministro Boschi? Il conflitto, con buona pace del governo, c'è ed è evidente.

Lo hanno capito tutti, risparmiatori compresi. Purtroppo, troppo tardi". "Il ministro Boschi deve dimettersi e il Paese ha diritto di sapere se le misure del governo su Banca Etruria abbiano favorito suoi parenti". Lo chiede in un tweet Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5s.

Ex segretario Pd: "Saviano esagera". "Il ragionamento generale" di Roberto Saviano, spiega Pier Luigi Bersani, già segretario del Pd, è "giusto e condivisibile. Ma le sue conclusioni sono esagerate".

Il coro in difesa di Boschi. In difesa del ministro delle Riforme scendono in campo l'Ncd (Fabrizio Cicchitto, senatore: "Se siamo ancora un Paese civile, le responsabilità quali che siano, o addirittura non siano, dei padri non possono ricadere sui figli. Per questo

BOSCHI SAVIANO BERSANIBOSCHI SAVIANO BERSANImaria elena boschiMARIA ELENA BOSCHI
va difesa Boschi". Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, Pd: "Non riesco a capire dove sia il conflitto di interessi, perché quello che ha fatto il governo è stato salvare 4 banche. Non le dirigenze, ma coloro che ci lavorano e tutti i correntisti".

domenica 6 dicembre 2015

I banchetti del PD nelle cronache (avverse) di due giornali

Molto attesi, non dovunque praticati, molto discussi.  Qui potete trovare cronache nazionali dei famosi banchetti PD, attraverso due testate allineate e non, collezionate dal sito Dagospia.com

MV

IL BANCHETTO DELLA DISCORDIA - “REPUBBLICA” CANTA IL PEANA DI RENZI TRA I BANCHETTI MILITANTI DEL PD, “IL FATTO” SMONTA LA PROPAGANDA: “C’ERA POCA GENTE E TANTA DISILLUSIONE” - A ERCOLANO UN 94ENNE VIENE FERITO NELLA RESSA CHE SI SCATENA ALL’APPARIZIONE DI ‘MADONNA’ BOSCHI


1 - RENZI E LE PIAZZE DEL PD "L' ITALIA NON È IN LETARGO" E BERSANI: STIAMO UNITI
Simona Poli e Conchita Sannino per “la Repubblica”

In 380 mila hanno visitato i 2.113 banchetti allestiti da 20 mila militanti Pd da Nord a Sud, per l' iniziativa "Italia Coraggio" promossa da Matteo Renzi. Il segretario premier arriva nella piazza di Rignano sull' Arno verso mezzogiorno, accompagnato dal padre Tiziano che lo scorta fino al banchetto.

renzi tra i banchetti pd a rignanoRENZI TRA I BANCHETTI PD A RIGNANO 
Per il presidente del Consiglio il ritorno nel paese d' origine è un rito frequente nel fine settimana, la gente lo saluta, lui bacia e abbraccia tutti, si fa fotografare, entra in macelleria e in farmacia, si ferma a parlare, fa pure una diretta con la tv dell' Unità. «Oggi succede una cosa meravigliosa», dice, «stiamo animando tutti insieme questa iniziativa in duemila piazze italiane.

Diciamo che il Pd non ha paura e che l' Italia deve essere in grado di ripartire, non siamo in letargo». Alla vigilia dell' apertura del Giubileo si preoccupa ancora una volta di mandare un messaggio rassicurante. «È un momento difficile a livello internazionale», dice Renzi. «Però l' idea di avere la forza di far vedere di cosa l' Italia è capace è un valore per tutti, a maggior ragione per il Pd. Qualcuno vorrebbe che ci chiudessimo in casa per la paura e invece noi usciamo nelle piazze».
orfini tra i banchetti pd a romaORFINI TRA I BANCHETTI PD A ROMA

Ad Ercolano nello stesso momento parla il ministro delle Riforme. Maria Elena Boschi torna nella città degli Scavi a sostenere per il tesseramento il renzianissimo sindaco Ciro Buonajuto ma intorno si scatena la ressa. Quasi cinquecento persone in attesa, senza una transenna di sicurezza, e appena lei si materializza si perde il polso dell' evento.

Tre uomini vengono trascinati a terra, tra loro il 94enne Nicola Loffredo, un sopravvissuto al naufragio del "Corvo Rosso" della II guerra mondiale, che finisce in ospedale con una ferita non grave alla testa. A soccorrerlo proprio la Boschi. Nel Piacentino partecipa anche l' ex segretario Pierluigi Bersani che giudica l' iniziativa «saggia e giusta». «Il Pd deve essere un collettivo - dice - dalle Alpi alla Sicilia».
maria elena boschi a ercolanoMARIA ELENA BOSCHI A ERCOLANO

2 - PD FLOP AI BANCHETTI: POCA GENTE E TANTA DISILLUSIONE
Cosimo Caridi, Luigi Franco e Antonio Monti per il “Fatto quotidiano"

Lui, il premier -segretario, è rimasto nella "sua" Rignano a inaugurare questa "cosa meravigliosa", ovvero i duemila banchetti che il Pd porta in piazza (ieri e oggi) per dare "coraggio" all' Italia che "deve essere in grado di ripartire".

maria elena boschi a ercolanoMARIA ELENA BOSCHI A ERCOLANO 
Ma in giro per le città, a Matteo Renzi, non tutti sono venuti a portare messaggi di assoluta speranza. A Torino, per esempio, c' è tanto materiale da distribuire, ma poca gente. "È la prima volta in un anno che ci chiedono di uscire dai circoli, per parlare con la base. Forse qualcosa sta cambiando", dice Paolo Benedetti, giovane membro di uno dei circoli Pd più in crisi del torinese. "Le tessere erano 200 ora sono 50", gli fa eco Adriana, 32 anni siciliana, iscritta dai tempi dei Ds: "Non sono contenta del partito e nemmeno di Renzi. Ha vinto le primarie, ma il Pd non è suo, per questo ne faccio parte, per cambiarlo".

maria elena boschi a ercolano 5MARIA ELENA BOSCHI A ERCOLANO 5
Il banchetto è al mercato di piazza Madama, nel cuore di San Salvario, quartiere gentrificato dove i ristoranti bio hanno preso il posto dei phone center magrebini, che a loro volta avevano soppiantato le botteghe artigiane. A rappresentare i democratici sono venuti tre trentenni, ma a parlare con loro si fermano solo persone di una certa età: "Del resto la popolazione di Torino è in prevalenza composta di anziani", sottolinea pronto il segretario provinciale Fabrizio Morri.

"Salvini è una merda e i 5stelle sono infidi" giudizi netti quelli della 73enne signora Ricca, professoressa in pensione. "Renzi è un ganzo. Voto Pd da anni, ma questa è la prima volta che faccio la tessera" dice un' altra signora distinta, mentre consegna 50 euro, per l' iscrizione sua e del marito.

maria elena boschi a ercolano 4MARIA ELENA BOSCHI A ERCOLANO 4
Nunzia ha invece le tessere degli ultimi cinque anni tutte conservate gelosamente con la carta d' identità: "Renzi ci guiderà per i prossimi vent' anni, ma scelgo il Pd per Fassino, per il radicamento locale. Vivo qui da 44 anni e la città sta andando sempre meglio".
Non proprio quello che pensano a Roma, dove il commissario del partito, Matteo Orfini, ha scelto di incontrare gli iscritti a Tor Bella Monaca, una delle periferie più complicate della Capitale, con i suoi palazzoni popolari senza manutenzione e i rifiuti che traboccano dai cassonetti.

maria elena boschi a ercolanoMARIA ELENA BOSCHI A ERCOLANO 
A ridosso del mercato rionale una ventina di militanti Pd allestisce il banchetto, ma l'organizzazione è minimale: niente bandiere di partito appese, il volantinaggio non è indicato nemmeno sulla mappa digitale della federazione. La parola d'ordine è disillusione. Verso gli slogan del governo innanzitutto. "L'Italia riparte? Per cortesia, ma avete visto dove siamo? Facciamo i seri", dice un militante. E poi per i dirigenti del partito.

"Credo nel Pd, la base è la nostra forza, ma la federazione romana non ha fatto nulla per questa periferia", riflette amareggiato un pensionato. Orfini ci mette la faccia: "Il Pd vuole ripartire proprio da qui, dove la gente vive situazioni complicate". Una commerciante lo ferma: "Perché hai cambiato idea su Marino?". Lui replica: "Perché ha combinato una quantità di casini, qui per voi ha fatto qualcosa? No. Gli avevo detto di lavorare sulle periferie, non lo ha fatto". Lei insiste: "Tu sei bravo ma Renzi è troppo Fonzie, dice cose che poi non fa, qui siamo nel degrado, devo votare Grillo?".

lotti e bonifazi ai banchetti pd a firenzeLOTTI E BONIFAZI AI BANCHETTI PD A FIRENZE
Orfini sorride: "E che ti risolvono i 5 Stelle? Guarda cosa fanno nel le città dove governano". Il riferimento, ovvio, è a Livorno, dove da giorni è in corso una campagna contro il sindaco M5S Nogarin, accusato di stare mandando a rotoli la municipalizzata dei rifiuti. Ieri, a Livorno, Renzi ha mandato Simona Bonafè e Andrea Romano. Ma l' iniziativa non ha suscitato il clamore previsto: pochi partecipanti, nessuna contestazione.
Non va meglio a Milano.

Accanto al Piccolo Teatro Strehler, di gente, al gazebo del Pd, se ne vede poca. Eppure per buona parte della mattinata è presente il numero due del partito, il vicesegretario Lorenzo Guerini. Con lui una ventina di militanti dei circoli cittadini che si alternano dietro al banchetto. Sopra, in bella mostra, le brochure per promuovere l' operato del governo. Nessun volantino dà invece informazioni sulle primarie. La loro data del resto non è certa, mentre sia il favorito Giuseppe Sala, sia la probabile sfidante Francesca Balzani al momento sono solo candidati potenziali.

guerini tra i banchetti pd a milanoGUERINI TRA I BANCHETTI PD A MILANO
Non resta che ascoltare gli iscritti: "Sala in passato si sarà anche sporcato le mani con quelli di destra - dice Patrizia del circolo Barona - ma ora ha detto chiaramente di essere del Pd ed è una persona capace". Mister Expo ha già ricevuto la benedizione di Renzi: "È l' uomo giusto", sostiene Rita del circolo Giambellino, zona popolare della periferia sud ovest. Lei ha 65 anni, un passato di militanza nel Pci e non è una renziana di ferro ("del premier non mi piace l' atteggiamento da giovane intemperante"), ma su Sala non ha dubbi: "Milano è diventata finalmente una città europea, lui interpreta bene questo momento".

E il rischio di spaccare la sinistra, se Sel non ci sta? "Di divisioni a sinistra ne ho già vissute tante. Se Sel non ci sta, è responsabilità di Sel". Luciana voterebbe invece Emanuele Fiano, che è lì accanto e non si sbilancia sul suo possibile ritiro: "Cosa farò se Sala si candida? Valuterò con serietà quando il quadro si chiarirà".

Sono già cominciate, invece, le manovre per far ritirare Pierfrancesco Majorino. Spiega Paola Giudiceandrea, segretaria del circolo Lia Bianchi: "È chiaro che lui e Balzani si portano via voti a vicenda". Intanto nessuno sa se lunedì partirà davvero la raccolta di firme per le candidature. La data è stata fissata tempo fa, ma l' ultimo litigio tra Pd e Sel non si è ancora ricomposto.


sabato 28 novembre 2015

Il mistero dei 152 contatti sul 2009, e la "razionalizzazione" delle sedi PD


Eh lo so, ho viaggiato troppo ho battuto un po' la fiacca ma ancora sono sorpresa dei 152 contatti degli ultimi giorni sul post di questo blog che riguardava la presentazione della mia lista nel 2009: ma chi è, perché? Ho pensato che qualcuno stia preparandosi per l'anno prossimo e sia in cerca di idee, se avete altre ipotesi sono molto curiosa, per favore ditele anche a me. 

Ma intanto che siamo qui, mentre ancora si prolunga l'eco della serata culturale e sociale di venerdì scorso (anche se a me sembra ormai una cosa di un anno fa) giro questa notizia dell'ottimo Huffington Post diretto da Lucia Annunziata: vi si riprende un articolo di Repubblica (sono i trenini dell'informazione contemporanea) sul riordino delle sedi PD in Italia. Praticamente, una debacle ma anche un'operazione di pulizia, visto il lavoro che ha fatto a Roma quel sant'uomo di Fabrizio Barca. Certo, impressionano i dati dell'Emilia Romagna, fino a poco tempo fa terra tetragona. 
A me impressiona anche che qui e là intuisco ci siano finanziamenti  del partito, mentre a Crescentino mi risulta che il tutto è ad alzo zero, con le famose spese da pagare sulle quali si sono accaniti i detrattori, soprattutto sul blog di Mauro Novo (con alcuni interventi che io vado a leggere ogni volta che ho bisogno di darmi animo per continuare questa esperienza di via De Gregori: se c'è della gente così, lavorare è indispensabile, prima che torniamo agli usi e costumi dei Celti). 
Bene, vi lascio alla lettura, e ai commenti. E buona domenica gente mia
Marinella 



Militanti in fuga dal Partito Democratico: sedi chiuse o accorpate, calo degli iscritti. Guerini: "Non è disaffezione"

Nella sezione "Pisanova Berlinguer", un tempo la più grande di Pisa, si è passati dai 350 iscritti del 2014 ai 30 del 2015. A Roma la mano pesante del commissario Matteo Orfini, coadiuvato dal lavoro di Fabrizio Barca, ha fatto chiudere 35 circoli su 110 e i restanti li ha accorpati riducendoli in tutto a 15. Sono solo due degli esempi dei militanti Pd in fuga dalle sezioni, dai luoghi di discussione del partito. E' quanto riporta un articolo di Repubblica
Calano gli iscritti, si riducono i circoli: ecco come si prosciuga la militanza nel Pd. Quella tradizionale, almeno. Si svuotano storiche sezioni in Toscana. Chiudono i battenti sedi “rosse” dell’Emilia Romagna. E nel 2015 i tesserati resteranno sotto la soglia dell’anno precedente. Semi della disaffezione, certo, ma c’è dell’altro, visto che in alcuni casi è stata la segreteria a tagliare i circoli per razionalizzare i costi e mettere ordine dopo gli scandali. È il Pd che cambia pelle, insomma. 
Manca, o inizia a mancare, la presa sul territorio. Quella che aveva da sempre caratterizzato un partito come il Pd. In Emilia Romagna, riporta ancora Repubblica, le sedi sono passate dall'essere più di 700 a 640. Ma è un andamento generale, che non salva alcuna area geografica:
Con la drastica riduzione in corso, però - e a causa di un piano di accorpamento varato dal partito - il quartier generale ha già previsto un calo delle sezioni del 30%, scendendo a quota 4.500 entro il 2016. Ai tempi diBersani, ricorda Davide Zoggia, erano quasi 7.000. 
In Sicilia per esempio, è stata commissariata la segreteria di Enna, dopo gli "anni d'oro" di Vladimiro Crisafulli. E a Messina il commissario Ernesto Carbone ha deciso di chiudere 57 circoli su 61. "Il motivo? Molti risultavano inattivi, se non addirittura fantasma". 
In Emilia Romagna l’emorragia di iscritti non si arresta: erano 69 mila nel 2013, 57 mila nel 2014 (-18%) e sono poco più di 40 mila a pochissime settimane dalla chiusura del tesseramento 2015 (-30%). E come non notare il calo di tessere del 15% secco registrato a Siena per l’anno in corso? Difficilmente la due giorni targata Pd (il 5-6 dicembre) servirà a invertire la tendenza. 
"Non si tratta di disaffezione - ha detto il vicesegretario Lorenzo Guerini - siamo noi che stiamo razionalizzando il quadro. Non è solo questione di costi, anzi. Se c’è un circolo con tre iscritti, magari lo facciamo fondere con quello del paese vicino. A me interessa che quei tre militanti possano partecipare, riunirsi e discutere di politica".




sabato 21 novembre 2015

La cena del PD, la conferenza di Càndito, i dispettini e il futuro

Un conto è mettere insieme gli eventi che hanno funestato gli ultimi giorni con frammenti di letture o di tg, sulle cause che li creano e li hanno creati. Un altro conto è avere all'improvviso davanti un quadro articolato della complessità dell'Islam e del suo sviluppo contemporaneo nei vari Paesi dove religione (in varie sfumature) e Stato sono una sola cosa, nei secoli. Inevitabilmente, alla luce dei fatti di Parigi (e oggi è Bruxelles ad essere sotto coprifuoco per il timore che tornino ad accadere) questo taglio ha preso la conferenza di Mimmo Càndito di venerdì sera al Vikingo, con poi una seconda parte che si atteneva al tema lanciato quando il PD cittadino decise di invitarlo per questa serata.
Serata che è stata assai discussa, alla vigilia, su questo e sul blog di Mauro Novo (dove troverete precise informazioni, dal menù ai contenuti, su ieri sera), per la formula che era stato decisa, una cena ovviamente a pagamento e la possibilità di partecipare alla sola conferenza, ma previo un obolo. La necessità è di raccogliere fondi per pagare le spese della sede, che è assai utile ma costa. Di affitto, luce, riscaldamento e quant'altro. 
Mi dispiace tanto che Mimmo sia finito nel tritatutto degli attacchi concentrici al Circolo Cittadino, con ciliegina finale sulla Gazzetta stamattina, ad incontro ormai avvenuto, dove si annunciava la serata di ieri con il titolo "Càndito e il dessert/In vendita a 10 euro". 
Che dire, l'avesse organizzato Allegranza ci sarebbe stato un titolo a piena pagina che elencava le magnifiche sorti e progressive del centrosinistra locale che aveva avuto questa idea. Invece Allegranza e l'ex segretario Dante Balzola, mi dicono, erano all'incontro sulla sicurezza organizzato dall'amministrazione Greppi. Sono soddisfazioni. L'avranno giudicato più significativo, o sarà stato un dispettuccio al gruppo che sta tentando di rianimare la vita politico/culturale di Crescentino, dopo il disastroso esito (per la sinistra) delle elezioni amministrative 2014, che ha lasciato soltanto macerie.
Certo non è facile per il PD, penso io, lavorare con una rappresentanza in Consiglio di questo profilo, lontano da Via De Gregori. Ma il gruppetto si sta dando da fare, oltre che per pagare le spese della Sede, per avere una vita propria. Vada chi vuole agli incontri che preferisce, com'è giusto. Siamo adulti. L'esigenza delle persone che hanno ripreso a frequentare le riunioni è riattivare un circuito di dibattito su temi caldi a Crescentino come nel mondo. Magari la formula che è stata scelta non sarà ancora quella giusta, ma c'è la volontà di proseguire, con iniziative che coinvolgano tesseramenti, e alla fine un Congresso con la scelta di un segretario finalmente eletto e non più reggente. 
Ho avuto occasione più volte di dire che quello di Renzi non è per me il miglior punto di riferimento possibile. Ma dentro questa formazione - Renzi o non Renzi - sopravvive un'anima sociale e di interessi generali che ne fa un punto di riferimento importante e unico finora nella nostra cittadina e da tante altre parti in Italia. Per questo bisogna coltivarne le attività, liberamente, iscritti o non iscritti, per riaccendere una fiammella che lasci in ombra le rivalità ormai insensate, le cattiverie, e si occupi invece di rivolgersi ai cittadini che hanno dubbi, o voglia di conoscere e dibattere e magari pure fare qualcosa di concreto. 
Il questionario ideato da Nicoletta Ravarino e compilato dai presenti alla cena potrà fornire utili indicazioni. Senza contare che l'atmosfera che trovi è quella che conta: non un lugubre consesso sovietico guidato da ansiosi della dominazione, ma gente normale e possibilmente anche un po' rilassata e positiva, che faccia cose con buona volontà. E con la testa dura, poi. Perché quella ci vuole.

mercoledì 18 novembre 2015

Ciao Madur, già due anni...

Ciao Enzo, come stai? Ti ho pensato molto in questi giorni, avevo timore che fra tutti i terrorismi in piedi, gli impegni di lavoro e casini vari, mi sarei dimenticata di salutarti proprio oggi 18 novembre, che sono due anni che te ne sei andato a riposarti dalle fatiche terrene e da tutte le fatiche che facevi tu, quotidianamente, anche se le coloravi sempre dei tuoi occhiali e dei tuoi vestiti e sembravano per questo più leggere.
Noi qui abbastanza, grazie. Mimmo s'è beccato un altro cancro all'altro polmone, ma lo hanno curato e nuovamente salvato, speriamo che duri anche stavolta. Credo abbia parlato di te nel libro che sta scrivendo e che esce a gennaio. Silvano si è appena fatto operare a un'anca, e insomma cose da vecchietti come ormai cominciamo ad essere, non da oggi diciamola tutta. 
Crescentino è un po' spentina e un po' grigia, se fossi ancora qui non ti piacerebbe. La Pro Loco non l'hanno rimessa in piedi,  il PalaMadur è tornato al Comune. Beghe politiche non ce n'è, perché è come scomparsa la politica, dopo quel gran casino del 2014 che per fortuna tua ti sei perso. 
Adesso poi comincia la brutta stagione quella vera, e in giro si vedranno quasi dei fantasmi - noi - persi nella nebbia. Tutto è un po' fantasmatico (si dirà?): un posto dove non succede niente è pur sempre da fantasmi, anche se intorno nel mondo, anzi in Europa, in questo momento c'è l'inferno. E qui tutti sempre più chiusi, sempre più sulle loro, ingrugniti, pronti ad attaccare il primo che decida di far qualcosa per far uscire la gente di casa. 
La tua assenza si sente, eccome. Almeno io la sento molto, e non credo di essere la sola. Ti voglio bene come sempre, e non credo di essere l'unica. Ti mando un bacione e stai con noi da lì, tu che non hai la nebbia. 
Marinella (& friends)

lunedì 16 novembre 2015

Dopo la tragedia di Parigi, parla una giornalista italiana e musulmana.

Mentre sul blog del paziente Mauro Novo si raggiungono livelli da teatro dell'assurdo, nei commenti alla cena di venerdì prossimo seguita da conferenza su "Migranti e i conflitti nei loro paesi", a cura di Mimmo Càndito, il resto del mondo non fa che parlare e interrogarsi sulla strage di Parigi di venerdì 13. Ovvio.
Debbo alla cortesia di un amico la testimonianza di una giornalista italiana e musulmana, che riflette amaramente su quanto è accaduto. Non perdetene la lettura, se ne esce arricchiti. E' tratta dal sito The Post Internazionale.
Grazie
Marinella 


PARIGI ERA UNA TRAPPOLA: NON CI CASCATE

L'opinione della giornalista italiana e musulmana Sabika Shah Povia dopo gli attentati di Parigi
Parigi era una trappola: non ci cascate
Credit: Reuters 
Davvero avete bisogno che ve lo dica? Dovrei stamparlo su una maglietta? Tatuarmelo in fronte? Gridarlo servirebbe a qualcosa? NOT IN MY NAME! Ecco fatto. È cambiato qualcosa? 
Se sì, perché c'è chi continua a guardarmi storto per strada? Perché mi viene chiesto “cosa ne penso delle stragi di Parigi”? Penso esattamente quello che pensate tutti voi, perché tra me e voi non c'è alcuna differenza. I terroristi vogliono farci credere che c'è, ma non è così. Non ci cascate. Non gliela date vinta. 
L'Islam e il terrorismo sono due cose separate. Il giorno che questa affermazione sarà ovvia per tutti, forse, sarà cambiato qualcosa. Il fatto che io debba ribadire una simile banalità non è giusto. 
Mentre coprivo la diretta su quello che stava succedendo a Parigi, all'improvviso sono stata sopraffatta dal terrore. In parte era dovuto a ciò che stava accadendo, ed era lo stesso terrore che stavate provando anche voi. Quel terrore all'ombra del quale vive l'Europa da quando la guerra si è spostata all'interno dei suoi confini. Da quando si è accorta che i terroristi sono già qui, tra noi. 
In parte, però, era anche il terrore delle conseguenze che tutto questo inevitabilmente avrà, e già sta avendo, sulla società in cui viviamo e su quelli come me: i giovani musulmani europei.
Dico musulmani “europei” perché è una cosa che esiste. Noi siamo reali, esistiamo. Sono musulmana e sono italiana, è possibile. Non vengo da chissà dove. Vengo da Roma, e il mio credo non ha nulla a che vedere con la mia nazionalità.
La notte del 13 novembre quasi non ho dormito per l'ansia. Come spiegherò che non è colpa mia? Che questo non è l'Islam? Che non credo nelle stesse cose in cui credono questi terroristi? Che gli assassini non hanno religione?
Un musulmano non può condannare gli eventi e basta. Non può semplicemente cambiare la foto profilo con una in cui compare la bandiera francese. Non può twittare #PrayingForParis, no. Deve scrivere #NotInMyName. Deve giustificarsi. Deve spiegare la differenza tra musulmano e fanatico 100 volte al giorno.
Il mio cellulare non ha smesso di vibrare da quella sera. C'è chi mi ha mandato un messaggio, chi ha telefonato e anche chi si è presentato sotto casa. Perché? Per dirmi che mi vuole bene. Per dirmi che sa che io con quei pazzi fanatici che hanno massacrato quasi 130 persone a Parigi la sera del 13 novembre non c'entro niente. Vero, ma è ovvio che c'è un errore nel sistema se hanno tutti sentito il bisogno di dirmelo. 
Nel mio mondo ideale questa cosa sarà così scontata che nessuno mai dovrà ribadirla. Io non sarò costretta a dover espiare i peccati altrui, ma soltanto i miei. Anche perché gli “altri” di cui parliamo, i fanatici, sono solo l'1 per cento circa degli 1,6 miliardi di musulmani nel mondo.
L'Isis ha sete di nuove reclute, ha bisogno di attirare a sé altri disadattati, altri individui confusi ed emarginati. Vuole aumentare quella minuscola percentuale, ma noi possiamo fermarli.
La strage di Parigi è quello di cui avevano bisogno l'estrema destra, gli xenofobi, gli islamofobi e le Oriana Fallaci di turno. Si possono aggrappare a questa tragedia, strumentalizzarla e mancarle di rispetto usandola per predicare le loro idee piene di odio, per promuovere l'idea di un NOI e un VOI che non esistono. Queste persone non sono tanto diverse dai terroristi che hanno compiuto gli attacchi a Parigi, anzi, in parte è anche loro la colpa di ciò che è avvenuto.
Un account Twitter dell'Isis ha infatti condiviso la prima pagina dell'edizione di Libero del giorno dopo l'attentato di Parigi, con il titolo “Bastardi Islamici”, per reclutare altri combattenti e promuovere sentimenti "anti-occidente". 
“Musulmani occidentali, guardate cosa pensano di voi. Guardate come vi trattano. Non meritate questo, venite da noi...”
E così, proprio dalla nostra terra, è partita l'ennesima propaganda del sedicente Stato islamico, composto in gran parte proprio da combattenti europei. Noi stessi, con un titolo del genere, abbiamo gettato le basi per chissà quanti altri massacri.
Il vero schiaffo in faccia all'Isis sarebbe mostrare solidarietà. Restare uniti. Dirgli che sappiamo che l'Islam non è quello che loro sostengono. Che musulmani, ebrei, cristiani, buddisti, siamo tutti uniti contro di loro, che sono l'unico vero nemico dell'occidente e del mondo.
Sentiamo sempre il bisogno di dare la colpa a qualcuno o qualcosa per poter sfogare la nostra rabbia e certo non aiuta che questi fanatici si autodichiarano musulmani, ma basterebbe leggere l'ABC dell'Islam per capire che di musulmano hanno ben poco. 
Non lasciate che la paura e la rabbia vi rendano ciechi. Sfoghiamo la nostra frustrazione in altri modi, indirizziamola alle persone giuste, ai terroristi, agli assassini, ai fomentatori dell'odio, agli islamofobi, ai fanatici, agli estremisti religiosi o politici che siano, ai razzisti. 
Restiamo uniti. Restiamo umani.