martedì 30 novembre 2010

Consiglio, la preview rom



Credo che per la prima volta nella storia d'Italia, stasera, in Consiglio Comunale abbia aperto i lavori un Consigliere, precedendo il Sindaco. Cose che noi umani non possiamo capire, o almeno lasciamo correre per decenza.
Ma c'è stata un'anteprima, ancora con l'appello da fare e gli inni da suonare, dedicata ai Rom. Ho voluto raccontare - al consigliere Mosca che si è tanto appassionato della storia dei Rom e soprattutto dei loro bambini da volerci graziosamente fare su un volantino, con il preventivo del tutto virtuale di 50 mila euro per allestire il campo - la storia del signor D., che in questi giorni vede abbassarsi il soffitto del suo container della Protezione Civile, per le piogge dei giorni passati e poi per la neve, e teme per la sicurezza della sua famiglia e di quella di suo fratello: 4 adulti, almeno una dozzina fra bambini e ragazzi/ragazze.
Così, è venuto in Municipio a chiedere che cosa può fare per evitare che gli cada il tetto in testa. Piangeva: "Non voglio creare problemi a voi, se faccio lavori io poi mi denunciano, vi denunciano?" diceva.
Ci sono da mettere dei listelli che attraversino il soffitto, per dar sicurezza. E' una questione di sopravvivenza. Abbiamo avvertito la Protezione Civile, gli stanno dando una mano prima della neve o pioggia annunciata già per martedì sera.
Ho chiesto se mandano i bambini a scuola: "Come possiamo? Non abbiamo l'acqua per lavarli, non possiamo mandarli in questo stato". L'acqua è stata chiusa, a loro come ad altri che non hanno pagato le bollette. Si sta vedendo come intervenire, per ispirare un altro volantino del Consigliere proiettato verso una gloria planetaria fra gli elettori.
Non mi è sembrato che il mio racconto, in preview del Consiglio, sconvolgesse molti animi. Speranza mi ha detto: "Vieni anche da me ad aiutarmi a buttar via la neve" o qualcosa del genere che non merita commento.
Già, viene Natale, tutti più buoni, aiutiamo quelli che soffrono. Quest'anno la nostra amatissima Cri ha distribuito pasti a domicilio per 2.800 euro, c'è stato il Banco Solidale per ben 52 famiglie, 5 mila euro sono andati agli affitti per le famiglie degli sfrattati che hanno trovato casa grazie all'iniziativa del Comune. Ma i Rom non sono umani, non sono cittadini come gli altri, e nemmeno i loro ragazzi.

mercoledì 24 novembre 2010

Tafazzi ha colpito ancora

(Scusate gente mia: se vi dico che questo blog non pubblica commenti anonimi, perché mandate commenti anonimi? Nel bene e nel male, non li pubblico...)

Con molto sconcerto, stasera ho appreso dalla telefonata d’una giornalista che tre consiglieri della mia lista avevano deciso di staccarsi dal gruppo con cui erano stati eletti dalla Città. Il modo in cui ho conosciuto la notizia mi è apparso molto significativo: evidentemente, quello che anzitutto interessava ai 3 transfughi era mettersi sulla scena, apparire sui giornali con le loro facce e le loro belle dichiarazioni di orgoglio e di autonomia intellettuale, e poi, solo poi, rammentarsi della responsabilità dell’impegno che avevano assunto con me e con la Città.

E’ anche un problema di buona educazione, certamente, ed educazione significa non soltanto “buongiorno” e “buonasera”, ma – per le persone adulte – significa soprattutto rispetto delle forme e dei ruoli. Ma, come diceva in altre circoastanze Manzoni per il povero don Abbondio, uno se l’educazione non ce l’ha non se la può dare.

Ma c’è evidentemente anche un problema politico, e però questa povera ossessione della visibilità ne denuncia amaramente tutti i limiti. Quando si sta in una coalizione, bisogna accettare le regole del dialogo e del confronto, bisogna sapersi battere per difendere i principi nei quali si crede, ma poi – messi da parte narcisismo, voglia di foto sul giornale, dichiarazioni estemporanee (e quanto di tutto ciò si è visto invece nella stampa locale!) – riconoscere il valore prioritario del progetto cui si è aderito, e a questo cedere responsabilmente le proprie diversità.

E’ ovvio che non sempre si può essere tutti d’accordo con le decisioni prese dalla coalizione; ma la responsabilità assunta al momento della formazione della coalizione comporta che il confronto delle idee verrà riproposto (se idee vi sono, naturalmente) sempre, a ogni nuova decisione da prendere, con tenacia immutata, senza mai deflettere, senza mai cedere. Solo i bambini, e i pusillanimi, scappano a lamentarsi di non aver avuto la marmellata che s’aspettavano.

Peccato. Certo, dietro tutto questo si agiteranno le sigle di partiti e di movimenti, per darsi panni credibili e autorevolezza. E non ci si accorge che a non aver imparato la lezione del governo Prodi si regala soddisfazione e speranze di ribaltone a coloro che si dice di voler combattere. A Roma, a inseguire la purezza dell’atto testimoniale e la loro presunta intransigenza di principio, Pecoraro Scanio, Diliberto, Giordano, Bertinotti hanno ottenuto il bel risultato di consegnare il governo e il paese a Berlusconi.. Ma che bravi, quali eroi, quale coraggio!

Nella satira politica c’è un personaggio molto popolare, che si prende a bastonate sui propri attributi maschili, e gode e gode; è Tafazzi, di Aldo Giovanni e Giacomo, che così vogliono rappresentare il masochismo di parte della sinistra italiana, quella che ama narcisisticamente se stessa e la propria sconfitta; e gode, e gode. Può darsi che qualche povero Richelieu di provincia stia pensando di mettersi addosso i panni di Tafazzi, pur di soddisfare il proprio ego; ma i 3 transfughi rischiano di isolarsi mettendo magari in difficoltà quel programma che dichiarano di voler difendere.

Io comunque non credo proprio che Crescentino sia Roma, anche se qualcuno ci pensa e ci sogna su, magari preparando recite demagogiche di forbita retorica. Ma quello che è certo, è che da Roma Tafazzi ora è arrivato anche a Crescentino.

Come se ne esce? Con la serenità e la tranquilla coscienza di sempre. Denunciati i limiti e la inconsistenza del “programma politico” dei transfughi, si continua esattamente come prima, discutendo, dibattendo confrontando le idee e le posizioni personali, e alla fine cedendo alle ragioni della coalizione, e del progetto che questa ha proposto alla Città. Ho già avuto un’esperienza simile nel mio primo mandato come Sindaco, e ho retto la continuità del mio progetto fino alla sua scadenza naturale, resistendo a ogni transfuga e a ogni ricatto di presunte diversificazioni. Chi si apparta nella intransigenza astratta del proprio ego, o ascolta le sirene dei Furbacchioni, fa Tafazzi, non fa politica.

lunedì 22 novembre 2010

Cattivi pensieri e Mark Twain

Può un'Amministrazione comunale forzare la mano su un piano tecnico, andando a dire - essa - a superesperti di un ramo tanto cruciale e complesso quanto quello dell'Ambiente e delle bonifiche, che cosa debbano o non debbano fare, sempre dal punto di vista delle risultanze tecniche?

L'interrogativo non è di poco conto. E in questo Comune - da quando l'anno scorso ha fatto toc-toc la Mossi&Ghisolfi manifestando l'intenzione di far sorgere qui il primo impianto italiano di bioetanolo - si è deciso che, per quanto la proposta fosse economicamente e socialmente appetibile in una comunità in crisi profonda come la nostra, la faccenda andava trattata con le pinze, per dare ai crescentinesi tutte le possibili garanzie che nell'area ex Teksid si sarebbe fatto solo ciò che la legge decide si possa (o no) fare, e comunque e anzitutto nel rispetto della salute e della sicurezza della nostra Città. Che è l'unica condizione che guida le mie decisioni politiche.

Domani mio marito, dopo l'ultima visita specialistica di controllo, avrà gli ultimi riscontri oggettivi della valutazione diagnostica anticipata oggi stesso, a voce, dal professore. E potrò rientrare in Italia. E' cessata quindi la comprensibile condizione di attesa e di angoscia che, ogni volta, mi accompagna in questi periodici "viaggi della speranza".

Mi sento perciò più serena nell'esprimere alcune riflessioni su quanto è accaduto nella mia Città in questi 19 giorni all'estero, nei quali comunque - e ovviamente - ho sempre seguito l'attività dell'Amministrazione e le decisioni che andavano prese.

Vorrei dunque fissare tre punti, per un dovere di chiarezza.

Il primo punto è un problema di metodo.

All'inizio di novembre, avuta la conferma delle date della 4 visite specialistiche negli Usa, ho voluto intervenire personalmente nella periodica riunione dei capigruppo, per informarli della mia partenza e delle ragioni che l'imponevano. L'ho fatto come gesto di cortesia verso coloro che - nel governo dell'Amministrazione o all'Opposizione - curano gli interessi della Città, ricordando a tutti che Miami, se pur nell'idea cinematografica di qualcuno è una città di vacanza, per me è un centro oncologico di altissima qualità mondiale. L'unico - come dicono gli oncologi - che ha saputo salvare la vita di mio marito.

Nei giorni subito successivi alla mia comunicazione, incredibilmente, e anche in forma agghiacciante per chi come me crede nel rispetto e nella solidarietà tra persone, alcuni rappresentanti della Minoranza hanno presentato una richiesta "urgentissima" di convocazione del Consiglio Comunale. A essere maligni, si potrebbe dire che contavano di sfruttare la mia assenza per ricavarne un risultato politico. Io che - come tutti sanno - sono di buon animo, non ho osato pensare che ci potesse essere tanta spregiudicatezza etica e tale indegna precipitazione speculativa; ma non ho potuto fare a meno di valutare i fatti per quello che erano.

Per questo ho voluto far avere al capogruppo Fabio Ratto un messaggio diretto al Consiglio, che è stato letto e mi sembra qui doveroso far conoscere:

"Miei cari concittadini. Egregi Consiglieri.
Purtroppo devo inviare da molto lontano il mio saluto e il mio augurio di buon lavoro a questo Consiglio comunale.
Come alcuni di voi sapranno - e certamente lo sanno coloro che fingono di dimenticarlo e con ignobile strumentalità tentano di sfruttare per biechi fini di propaganda una mia forzata assenza - sono negli Stati Uniti per ragioni terapeutiche e diagnostiche relative al tumore di un mio stretto familiare.
Io non voglio il male di nessuno, e non auguro neppure al più intellettualmente disonesto dei miei avversari di dover provare quello che ho provato, e provo io, in questi miei viaggi negli Stati Uniti.
Ma non saranno i miei problemi familiari a distogliermi dal tentare di instaurare la cultura del fare politica come attività di servizio verso la nostra Comunità. Ribadisco, alla luce di quello che sta accadendo proprio stasera, la necessità di tale cultura come un dovere morale: che a qualcuno forse apparirà inconcepibile, ma è proprio verso costoro che l’esempio della correttezza e della onestà deve imporsi come costume di questo Consiglio Comunale".

Sul piano del metodo, denuncio quindi con indignazione comportamenti che - pur assolutamente legittimi - configurano un esercizio della vita politica mirante esclusivamente a ottenere miseri riscontri elettoralistici (ammesso poi che li si conseguano, e che i crescentinesi non diano anche un giudizio morale sulle spregiudicatezza delle persone pubbliche).

Il secondo punto di questa mia riflessione, nella via del ritorno a casa, fa riferimento al merito, cioè ai contenuti del dibattito politico in corso. Contenuti che si concentrano quasi integralmente sul possibile impianto di bioetanolo a Crescentino.

Ricordo che fin dal primo momento ho detto:
1) Assoluta trasparenza del governo della Città in ogni momento dello svolgimento delle pratiche relative all'esame in progetto.
2) Dovere prioritario di salvaguardare la salute di oggi, e delle generazioni future, della MIA città, commisurando sempre a questo obiettivo le ragioni dell'interesse economico, pur rilevante, del progetto.

L'anno che sta finendo è stato faticosissimo proprio perché la materia dell'area ex Teksid è talmente complessa che fior di esperti e di professori universitari hanno dovuto discutere fra loro per interi mesi, e spiegare a noi amministratori quali fossero le strade che si aprivano per le scelte che vogliamo fare.

Proprio in ragione di queste difficoltà, e della necessità di una chiarezza preventiva, non si è ancora arrivati a una conclusione su quella parte di terreno ex Teksid - non bisognosa di bonifica -nella quale la M&G vuole insediare il suo impianto. Sono tuttora in corso le conferenze dei servizi (la prossima venerdì 26 in Provincia a Vercelli, alla quale prenderò parte a nome della Città, con i tecnici) che sono la struttura istituzionale che supporta e controlla dal punto di vista tecnico e normativo l'esame dei progetti come questo in discussione.

Mi dà l'impressione, a volte, che la Minoranza non abbia seguito con la dovuta attenzione il delicato iter dei mesi scorsi, troppo occupata com'era a cercare polemiche ad ogni costo - sui consulenti che abbiamo dovuto prendere per sorreggere questa complessa vicenda e sul loro onorario - per poter guardare dentro la materia dell'iter in corso. E che ora cerchi di rimontare, andando a spiegare a uno e all'altro di questi esperti che cosa - essi, gli esperti - debbono fare.

Sono convinta che la Commissione che si insedierà se Provincia e Arpa daranno il via libera all'impianto di bioetanolo - con Maggioranza, Opposizioni e Rappresentanti della cittadinanza - servirà a chiarire le idee a tutti. Sempre che ci sia la buona fede e la necessità vera a guidare le richieste di convocazione di Consigli Comunali... urgentissimi.

La mia Amministrazione, che non vuole vendere fumo e chiacchiere elettoralistiche, mentre ribadisce con orgoglio di avere il dovere di dare indirizzi politici alle proprie scelte, anche ribadisce con ovvio riconoscimento della complessità della materia la necessità del parere informativo dei tenici prima di qualsiasi decisione. E difende e garantisce questo interesse sia con la nomina di esperti e di docenti super-partes sia con l'utilizzo dei pareri che gli organi istituzionali previsti dalla legge (Provincia e Arpa) ci vanno fornendo. Pareri che riguardano, ovviamente, anche la possibile necessità di una Vas: una necessità che può nascere solo dalle decisioni di questi organi, anche se qualcuno della Minoranza ci monta su una pleonastica rivendicazione senz'altra plausibile ragione d'una visibilità pubblica. Anzi, proprio in questa pleonastica rivendicazione finiva poi per concentrarsi larga parte della..."urgenza" della convocazione del Consiglio in mia assenza (si voleva addirittura proporre l'approvazione - improponibile ! - di un indirizzo da dare ai tecnici su materia tecnica).

E qui arrivo al terzo punto della mia riflessione.

Ho acquisito nel tempo il forte convincimento - e davvero non credo di essere l'unica in città ad averlo ormai, dopo questi mesi di attività politica - che larga parte dell'attività della Minoranza miri soprattutto a guadagnarsi visibilità, piuttosto che a guardare anzitutto all'interesse reale della Città. E' una scelta legittima, naturalmente, ed è una scelta che corrisponde alla libera espressione del ruolo politico di ogni parte presente in Consiglio.

L'impressione però che le sedute pubbliche e le dichiarazioni pubbliche di parte della Minoranza hanno consolidato in molti è che - vista la inattaccabilità dell'Amministrazione quanto a onestà, correttezza di comportamento, rispetto delle norme, difesa dell'interesse pubblico - si sia scelta la strada della manipolazione della conoscenza, pur di conseguire un risultato di consenso presso una parte dell'opinione pubblica.

Un esempio? Be' a parte questa convocazione...urgente sulla quale stiamo riflettendo, penso all'invito di alcuni giorni fa a discutere pubblicamente sotto il titolo "Ci stanno togliendo anche il mercato". Poichè da quasi 40 anni faccio la giornalista e lavoro nel campo della comunicazione, credo mi debba essere consentita una certa capacità di analisi del significato dei "messaggi". E quel titolo rivelava il progetto d'un condizionamento del pensiero dell'opinione pubblica: dava per scontato che l'Amministrazione abbia già tolto qualcosa (ma quale mai qualcosa?) alla Città, e che addirittura voglia togliere anche il mercato.

Chi quelle cose voleva introiettare nella mente dei crescentinesi sapeva perfettamente che non corrispondono al vero. E dunque praticava una autentica manipolazione della conoscenza.

Come giornalista, so bene che viviamo in un tempo nel quale "la politica dell'annuncio" prevale sulla realtà dei fatti. E ricordo bene quanto scriveva Mark Twain (sono in America e cito uno scrittore americano, ma potrei farlo con mille autori europei): "Nel tempo che una menzogna fa il giro del mondo, la verità ancora sta indossando le scarpe".

E proprio perchè so questo, assisto con disgusto all'opera di manipolazione che talora viene praticata da alcuni, sub specie di attività politica di interesse generale. Il nostro Manzoni (ecco che torno a un autore italiano) aveva creato una indimenticabile figura di manipolatore delle parole, il "dottor Azzeccagarbugli", mestatore di coscienze e di conoscenze. Nell'assistere a certe recite pubbliche, e nel leggere certe dichiarazioni, mi trovo costretta a chiedermi se qualche dottor Azzeccagarbugli non abbia preso residenza nella mia Città.

Io posso sbagliarmi, su tante cose, e certamente sbaglio e ho sbagliato. Ma sempre con onestà e pronta a riconoscere l'errore, se questo ci sia stato. E comunque fin dal primo giorno in Consiglio ho detto che - proprio per questa mia consapevolezza - avrei considerato come apporto prezioso il contributo della Minoranza al dibattito pubblico. Purchè sia un contributo reale, costruttivo, come molte buone intenzioni che talvolta hanno fatto comunque capo in talune dichiarazioni pubbliche.

Mi indignano però i processi di manipolazione della realtà. E pur se da lontano ancora per qualche ora, qui voglio comunicarlo alla mia città, oggi che sono più serena e che ancora una volta dico di non voler che mai nessuno abbia a provare le angosce che prova chi si trova a doversi misurare con la minaccia di un tumore.

martedì 9 novembre 2010

La macchina del fango



"Vorrei rivolgermi ai giovani, stasera, nella prima puntata di "Vieni via con me" per spiegare che la macchina del fango non è nata oggi, ma lavora da tempo.

Qualunque sia il tuo stile di vita, qualunque sia il tuo lavoro, qualunque sia il tuo pensiero, se ti poni contro certi poteri questi risponderanno sempre con un'unica strategia, delegittimare. Delegittimare il rivale davanti agli occhi della pubblica opinione, cercare di renderlo nudo raccontando storie su di lui, descrivere comportamenti intimi per metterlo in difficoltà.

Questa è disinformazione, più sottile della semplice calunnia che agisce soprattutto con i nemici, seminando quei dubbi e quei sospetti che proprio gli amici debbono temere".
Roberto Saviano


domenica 7 novembre 2010

Leggende metropolitane



Nessuno ha intenzione di spostare il mercato dal centro: come sarà uscita, 'sta leggenda metropolitana?
E' ovvio che la soluzione più semplice, quella che creerebbe meno problemi, sarebbe trasferire il tutto in piazza Matteotti. Ma non è un'ipotesi al momento presa in considerazione dall'Amministrazione. Quel che è vero, è che bisogna razionalizzarlo, il mercato, e fare uno sforzo di fantasia, e studiare una ipotesi che permetta il passaggio -sulle strade ingombrate dai vasti teloni dei banchi - del mezzo dei vigili del fuoco, per evitare il ripetersi di quella funesta occasione di alcuni anni fa, con l'incendio in piazza Caretto nel palazzo Comunale.
Su questo si sta lavorando, con parecchie ipotesi e non da oggi.